La democrazia occidentale sembra non avere gli anticorpi per contrastare la dittatura del capitale. Ha conosciuto quella politica, si è eretta contro quella del proletariato ma questa pare neanche vederla. E ne viene inghiottita senza resistenza alcuna.
I cittadini si differenziano dai sudditi per il potere di far valere i propri interessi attraverso forme di rappresentanza. Tale conquista si è fermata davanti alle porte dei luoghi comandati direttamente dal capitale, ad eccezione di alcuni settori più forti e di alcune brevi parentesi storiche. Cosicchè un lavoratore passava dalla condizione di cittadino a quella di suddito nel corso della stessa giornata.
Dopo 25 anni di neoliberismo, possibile che ancora non sia evidente che esso costituisce un attacco mortale al cuore della democrazia quale abbiamo conosciuto in questo continente? Contro di essa si sono alleati il capitale ed il sistema dei partiti mossi da una comune volontà di accumulazione di ricchezza sociale e di consenso ai danni dei popoli e della Terra.
Questa guerra sociale che mina le basi della convivenza produce in ricaduta una guerra civile interna alla UE dove organismi non eletti legittimano e alimentano il disprezzo verso l’Europa del Sud.
La risposta a questo non può essere la protesta o lo sciopero. Se non hai interlocutore o non sai come toccare i suoi punti vitali a chi indirizzi le proteste???
Bisogna fermali invece!
Ritirare le deleghe, rigettare l’ideologia liberista e i suoi sacerdoti -che ancora una volta nella storia umana sognano di aver inaugurato un impero millenario- e riprendere in mano le nostre vite.
In America Latina e in Asia in modi diversi hanno reagito con efficacia. I popoli che abitano il cuore dell’impero sono impreparati. Non si aspettavano un attacco in casa! Tradimento!
Raccogliamo le forze riandando alla storia di precedenti resistenze e liberazioni.
In occasione del 26 novembre ricordiamo quella delle donne.
Alcune hanno denunciato la sovra determinazione e l’universale neutro di cui si serve il patriarcato per decidere il loro destino. Hanno adottato l’ermeneutica del sospetto, hanno dichiarato di essere a topiche, hanno rivendicato la terzietà rispetto ad un mondo disegnato da un solo genere quali strumenti per autorizzarsi a prendere la parola e riscrivere l’orizzonte simbolico e materiale. Adesso una parte importante del movimento è egemonizzata dal desiderio di disporre di quote per spartirsi la torta del potere. Era qui che si voleva arrivare?
Si voleva andare a palazzo o contestarne le fondamenta?
Il prezzo della resistenza continua ad essere alto e il conflitto di potere tra i generi produce ancora delle morti. Ma parliamo anche della violenza delle donne sulle donne e sugli uomini da dentro i sindacati, i partiti e i luoghi di produzione economica.
La parzialità dello sguardo sul mondo deve fare i conti con il nodo del dominio che dopo millenni di vita sulla terra è ancora negoziabile.
Cane non mangia cane, si dice. Ma il cannibalismo non è mai finito.
a.v.