Le Indignate Rosse
Abbattiamo muri, tagliamo i fili spinati, usciamo dalle nostre galere. FUORI IL FASCISMO DALLE NOSTRE VITE!
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  26 Novembre i nuovi fascisti e neo nazisti in Italia hanno annunciato una marcia su Napoli. Questa manifestazione pubblica di chi è espressione diretta di un non lontano e infame passato è inaccettabile! Aderiamo anche noi alla mobilitazione per contrastare casapound, che approfittando della povertà dilagante e della marginalità dei soggetti meno tutelati come donne, precarie/i disoccupate/i, immigrate/i, senza tetto, cercano di prendere terreno in un generale clima di impunità verso un’estrema destra che avanza e prende piede. Vogliamo denunciare, inoltre, che questo è perfettamente in linea con la logica di una classe politica fascista (sia di destra che di sinistra) al potere, che nega ogni spazio di dissenso e di contestazione politica e sociale attraverso pratiche repressive, sempre più malcelate, imposteci da un minotaurico sistema economico che fagocita tutti per l’ingrasso delle grandi lobbies finanziare.
È in gioco quel che resta della libertà di dire e di fare. È in gioco la libertà di tutti! Con le loro leggi razziste hanno costruito i CIE, centri per immigrati senza documenti, i lager del nuovo secolo; i luoghi dove donne e uomini assaggiano processi lampo, soprusi, pestaggi, umiliazioni, stupri. I migranti, con permesso o in nero, sono i nuovi schiavi di quest’ Europa fatta di confini e filo spinato. Gente la cui vita vale poco o nulla. È scritto nelle loro leggi razziste. Ogni giorno qualcuno muore in mare, inghiottito dalle norme che impediscono la libera circolazione. Campi di concentramento e deportazioni non sono ricordo di un remoto passato ma sono nelle nostre città, oggi, a pochi metri dai giardinetti dove giocano i nostri figli. Ma lager non sono solo i CIE; lager è ormai il sistema tutto che recide sempre più ogni tentativo di liberarsi da un’oppressione stringente. Avvisi di garanzie,denunce ed arresti sono  all’ordine del giorno, manna per gli oppressori, mentre la galera è il luogo obbligato per chiunque tenti di alzare la testa contro opere inutili , inquinamento generalizzato del territorio, militarizzazione, mancanza di lavoro, mancanza di spazi e di case. La scure del capitalismo falcidia orizzontalmente le popolazioni che ancora resistono sui territori nonostante gli ecocidi, il trasferimento delle industrie da sud a nord, il depauperamento dell’agricoltura, i disservizi, la precarietà esistenziale. Viviamo tutti in un unico sistema autoritario, patriarcale e fascista, che vuole l’utile assoggettamento dei corpi e dei desideri in una logica di azzeramento di ogni forma di alterità e volontà all’autodeterminazione. Un sistema che impone solo gabbie e galera per chi pratica il dissenso. Noi donne subiamo ogni giorno questa volontà di dominio. Lampante è la contraddizione che vede l’uso dei corpi come luogo  di espressione di libertà solo quando si presta alle logiche sessiste di mercificazione televisiva, mentre subiamo processo, giudizio e condanna quando si tratta di praticare la nostra autodeterminazione nella resistenza ai modelli imposti che ci vogliono schiave passive, dentro e fuori la casa, e quando si tratta di accedere liberamente all’IGV o all’uso della pillola RU486 . Tante sono ancora le donne che lasciano la casa ‘paterna’ solo se studentesse o mogli, vittime di un sistema culturale consolidato che indirizza già da bambine, nelle famiglie e nelle scuole, verso stereotipi di genere che vogliono farci crescere come delle brave mogli, delle belle veline, o al massimo delle donne preparate per accedere ai luoghi di prestigio  nell’assoluta omologazione alle logiche dominanti. Questo perché  l’autonomia della donna , la sua determinazione ad essere soggetto autonomo nelle sue scelte – soggetto politico eteronomo rispetto alle regole vigenti, è portatrice in sé di una carica rivoluzionaria enorme, della quale ogni donna dovrebbe prendere atto e praticare.
Contro il sessismo, fascismo e razzismo di Stato, solidali con tutte le donne che lottano per l’autodeterminazione , con chi lotta contro i CIE, con chi lotta per la difesa del proprio territorio, con chi sciopera contro la schiavitù legalizzata del lavoro, chi cerca di scavalcare i muri e buttare giù le barriere.
Solidarietà a tutti i precari/e BROS, ASTIR e ARPC arrestati per aver protestato l’assenza di politiche in grado di gestire l’emergenza occupazionale nella città di Napoli.
 
A Jennifer Fox, 19 anni, incinta, che ha perso brutalmente suo figlio dopo essere stata colpita con calci all’addome e spruzzata con spray urticante da alcuni poliziotti durante le rivolte di Seattle.
       
Collettivo Nomade 

Mine Rosse                                                                                                 

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